La differenza tra la cessione del credito e lo sconto in fattura, opzioni il cui utilizzo dal 17 febbario 2023 – ai sensi del Decreto Cessioni 38/2023 – è stato limitato solo determinate tipologie di immobili e interventi, possiamo sintetizzarla così:
- lo “sconto in fattura” permette di vedersi abbattuto il costo dei lavori direttamente dalla ditta fino a un importo non superiore al costo stesso dei lavori (nella sostanza sino all’importo massimo corrispondente alla percentuale del bonus fiscale di riferimento);
- la “cessione del credito” presuppone la cessione vera e propria della detrazione fiscale da parte del contribuente all’indirizzo di un ente terzo (fornitori di beni, esercenti di attività autonome, banche, società, ecc.) in cambio del rimborso fino a un importo massimo corrispondente alla somma altrimenti detratta in dichiarazione.
Come funziona lo sconto in fattura e come funziona la cessione del credito?
È necessaria una premessa: ovviamente, sia in caso di cessione che in caso di sconto, la volontà del contribuente deve pur sempre trovare la disponibilità della ditta (per lo sconto) o di un ente terzo (per la cessione) a portare a termine l’opzione. Detto questo:
- lo sconto in fattura comporta un vero e proprio sconto sul costo dei lavori corrispondente alla percentuale della detrazione altrimenti applicata in dichiarazione. Se ad esempio il contribuente opta per lo sconto su dei lavori detraibili col Bonus Ristrutturazioni al 50%, ecco che lo sconto corrispettivo in fattura sarebbe appunto del 50%. Resta fermo che l’unica detrazione per cui, per ovvie ragioni, lo sconto in fattura non potrebbe mai equiparare la percentuale di detrazione fiscale è proprio il Superbonus 110%, per il quale lo sconto in fattura può al massimo pareggiare il totale dei costi (quindi in sostanza optando per lo sconto in fattura su lavori detraibili col Superbonus si può avere al massimo l’abbattimento totale della fattura, ma si perderebbe quel 10% in più recuperabile invece tramite dichiarazione);
- la cessione del credito comporta invece la stipula di un accordo finanziario (come una sorta di “mutuo”) tra il contribuente che cede la detrazione e l’ente cessionario che la acquisisce, così, in cambio del beneficio fiscale ceduto, l’ente creditizio avvierà un piano di rimborso per “restituire” al contribuente fino alla quota corrispondete alla detrazione fiscale.